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Warren Buffett: il saluto di un gigante che “va in silenzio”

Data pubblicazione: 12 novembre 2025

Autore: Fabio Maurelli

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Rappresentazione visiva dell'articolo: Warren Buffett: il saluto di un gigante che “va in silenzio”

Dopo sessant’anni alla guida quotidiana di Berkshire Hathaway, Warren Buffett ha annunciato che passerà il testimone come CEO a fine 2025, smettendo di scrivere la celebre lettera annuale e di presiedere l’assemblea dal palco. Lo ha detto con due parole semplici e potentissime: “I’m going quiet”. Greg Abel è il successore designato; Buffett resterà presidente e continuerà a scrivere un messaggio di Thanksgiving per mantenere un filo diretto con gli azionisti.

L’uomo prima del mito

La sua lettera d’addio non è solo finanza: è gratitudine, biografia e consapevolezza del tempo.

C’è l’infanzia a Omaha, l’omaggio a Charlie Munger, l’idea che “Father Time è imbattuto” e che la fortuna “Lady Luck” abbia giocato il suo ruolo. Il tono è quello di chi, a 95 anni, sceglie la sobrietà come ultimo insegnamento pubblico.

Tre tratti che restano:

  1. Umiltà: riconoscere i limiti e le proprie “errori” è parte del metodo.
  2. Gratitudine: la ricorrenza di “grazie” ai collaboratori, agli azionisti, alla comunità.
  3. Responsabilità: la filantropia di famiglia non è un gesto episodico, ma un progetto.

L’investitore

Buffett ricorda che la dimensione stessa di Berkshire limita la possibilità di battere il mercato: “Our size takes its toll”. È un modo elegante per dire agli investitori di restare razionali.

Dentro c’è tutta la sua filosofia: cerchio di competenza, margine di sicurezza, pazienza e allergia a invidia/avidità “envy and greed walk hand in hand”.

Sono lezioni che valgono per ogni portafoglio: poche decisioni, semplici e ben ponderate, tenute per molto tempo.

L’imprenditore

Berkshire non è solo un portafoglio: è un’impresa di imprese.

Decentramento, fiducia ai manager, capitale permanente, orizzonte lungo. Il passaggio di consegne a Greg Abel non è un evento improvvisato: è il frutto di anni di pianificazione culturale e operativa.

Buffett è netto: “Greg Abel diventerà il capo a fine anno… un grande manager, instancabile e onesto comunicatore”.

Continuità, non rivoluzione.

La lettera che tocca

Quattro passaggi chiave del messaggio di addio:

  1. “I’m going quiet” Fine delle lettere annuali e del Q&A infinito in assemblea: stile, misura, rispetto.
  2. Successione chiara: Abel prenderà la guida e le comunicazioni agli azionisti. Buffett resta presidente per accompagnare la transizione.
  3. Filantropia accelerata: conversione di 1.800 azioni A in 2,7 milioni di B donate a quattro fondazioni di famiglia; un gesto coerente con l’impegno a restituire.
  4. Realismo e fiducia: Berkshire ha “prospettive moderatamente migliori della media”, ma la volatilità e i drawdown restano parte del gioco “anche -50% a volte”. Messaggio: niente panico, niente euforia.

Cosa ci lascia.

  1. Capitale + carattere. Il rendimento compone solo se anche il comportamento compone: disciplina > genialità.
  2. Semplicità operativa. Poche scelte dentro il proprio cerchio di competenza; costi bassi; orizzonte lungo.
  3. Scopo oltre il denaro. La ricchezza è un mezzo: responsabilità verso persone, comunità, Paese (Stati Uniti d'America).


Non è un addio urlato. È il congedo discreto di chi ha costruito valore con la pazienza e lo affida a un’eredità di metodo, più che di slogan.

Per chi investe, il tributo migliore è imitare la coerenza: più processo, meno rumore.

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